Prevenzione e  Terapia dello Scompenso Cardiaco
Cardiobase
Aggiornamenti in Aritmologia
Xagena Mappa

Prestazioni cliniche a 5 anni di uno stent con rivestimento polimerico biodegradabile a rilascio di Biolimus


È stato valutato il follow-up a lungo termine di un uso illimitato di uno stent rivestito con polimero biodegradabile a rilascio di farmaco in pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ).

Lo studio Nobori 2 era uno studio prospettico, multicentrico, osservazionale, che ha valutato la sicurezza e l'efficacia dello stent rivestito con polimero biodegradabile a rilascio di Biolimus ( Nobori ) tra 3.067 pazienti reclutati presso 125 siti internazionali. 

L'endpoint primario combinato era un composito di morte cardiaca, infarto miocardico e rivascolarizzazione della lesione target ( TLR ).

Il follow-up a 5 anni era disponibile in 2.738 pazienti ( 89.3% ).

L'endpoint combinato si è verificato in 268 pazienti ( 10% ) a 5 anni, con il 3.9% degli eventi durante il primo anno e il 6.2% durante gli anni da 1 a 5 del follow-up. 

I tassi cumulativi di rivascolarizzazione della lesione target e trombosi dello stent definita / probabile sono stati, rispettivamente, 5.3% e 1.1%.

Tra 1 e 5 anni, la rivascolarizzazione della lesione target e i tassi di trombosi dello stent molto tardiva sono stati, rispettivamente, 3.5% e 0.6%. 

La precedente procedura PCI ( hazard ratio, HR=2.05 ), malattia renale da moderata a grave ( HR=1.89 ) e malattia vascolare periferica ( HR=1.86 ) sono stati i tre più potenti fattori predittivi indipendenti di endpoint combinato a 5 anni.

In conclusione, il follow-up finale a 5 anni del registro Nobori 2 ha dimostrato la sicurezza e l'efficacia di uno stent rivestito con polimero biodegradabile a rilascio di Biolimus in una coorte non-selezionata, ampiamente inclusiva, di pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo, mettendo in evidenza le eccellenti prestazioni di questa tecnologia di stent coronarico dopo la biodegradazione del polimero. ( Xagena2017 )

Danzi GB et al, Heart 2017; 103: 111-116

Cardio2017



Indietro