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Aggiornamento in Medicina
Le concentrazioni di troponina cardiaca e peptide natriuretico di tipo B ( BNP ) sono associate a esito cardiovascolare avverso in popolazioni di prevenzione primaria.
Non è chiaro se la terapia con statine ( farmaci ipocolesterolemizzanti noti anche come inibitori dell’HMG-CoA reduttasi ) modifichi questa associazione.
E’ stata misurata la troponina cardiaca I ad alta sensibilità ( hsTnI ) in 12.956 e BNP in 11.076 partecipanti senza malattia cardiovascolare nello studio JUPITER ( Justification for the Use of Statins in Prevention: An Intervention Trial Evaluating Rosuvastatin ) prima della randomizzazione a Rosuvastatina ( Crestor ) 20 mg/die oppure placebo.
Quasi il 92% dei partecipanti aveva hsTnI circolante rilevabile, e il 2.9% degli uomini e il 4.1% delle donne aveva livelli sopra i limiti di riferimento sesso-specifici proposti di 36 e 15 ng/l, rispettivamente.
Le concentrazioni di hsTnI nel più alto terzile sono state associate a un primo evento cardiovascolare maggiore ( hazard ratio aggiustato, aHR=2.19; P per trend minore di 0.001 ).
Anche i livelli di BNP nel più alto terzile erano associati a un primo evento cardiovascolare ( aHR=1.94; P per trend minore di 0.001 ).
Il rischio di mortalità per qualsiasi causa è risultato elevato per il più alto terzile rispetto ai terzili più bassi di hsTnI ( aHR=2.61; P per trend minore di 0.001 ) e BNP ( aHR=1.45; P per trend 0.02 ).
La Rosuvastatina è risultata efficace nel prevenire un primo evento cardiovascolare tra le categorie di hsTnI ( range aHR, 0.50-0.60 ) e BNP ( range aHR, 0.42-0.67 ), senza evidenze statisticamente significative di interazione ( P per interazione=0.53 e 0.20, rispettivamente ).
In conclusione, in una popolazione di prevenzione primaria, troponina cardiaca I e BNP basali sono stati associati a rischio di eventi vascolari e di mortalità per qualsiasi causa.
I vantaggi della Rosuvastatina sono stati sostanziali e costanti, indipendentemente dalle concentrazioni di hsTnI o BNP al basale. ( Xagena2015 )
Everett BM et al, Circulation 2015; 131: 1851-1860
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