Informazioni in Cardiologia
Aggiornamento in Medicina
L’ipotermia terapeutica attenua il danno da riperfusione nei sopravvissuti ad arresto cardiaco in stato comatoso.
L'utilità della ipotermia terapeutica nei pazienti con ritmi iniziali non-defibrillabili non è stata ampiamente accettata.
L’obiettivo di uno studio è stato quello di determinare se l’ipotermia terapeutica migliori l’esito neurologico e la sopravvivenza nei pazienti con post-arresto e ritmi non-defibrillabili.
Sono stati identificati 519 pazienti dopo arresto cardiaco in ospedale e fuori dall’ospedale con ritmi iniziali non-defibrillabili dal registro Penn Alliance for Therapeutic Hypothermia ( PATH ) tra il 2000 e il 2013.
È stato utilizzato l’abbinamento per punteggio di propensione.
Le caratteristiche del paziente e dell’arresto utilizzate per stimare la propensione a ricevere ipotermia terapeutica sono state: età, sesso, sito dell’arresto cardiaco, arresto con testimoni e durata dell'arresto.
Nelle 201 coppie abbinate per punteggio di propensione, l’età media era di 63 anni, il 51% era di sesso maschile e il 60% ha avuto un iniziale ritmo di attività elettrica senza polso.
La sopravvivenza alla dimissione ospedaliera è stata maggiore nei pazienti che hanno ricevuto ipotermia terapeutica ( 17.6% vs 28.9%; P minore di 0.01 ), così come punteggio alla scala CPC ( Cerebral Performance Category ) di 1 fino a 2 alla dimissione ( 13.7% vs 21.4%; P=0.04 ).
Nelle analisi aggiustate, i pazienti che hanno ricevuto l’ipotermia terapeutica hanno più probabilità di sopravvivere ( odds ratio, OR=2.8 ) e di avere un migliore risultato neurologico ( OR=3.5 ) rispetto a quelli che non hanno ricevuto ipotermia terapeutica.
In conclusione, utilizzando l’abbinamento per punteggio di propensione, si è scoperto che i pazienti con ritmi iniziali non-defibrillabili trattati con ipotermia terapeutica avevano migliore sopravvivenza e miglior esito neurologico al momento della dimissione ospedaliera rispetto a quelli che non hanno ricevuto ipotermia terapeutica.
I risultati supportano ulteriormente l'uso di ipotermia terapeutica nei pazienti con ritmi iniziali di arresto non-defibrillabile. ( Xagena2015 )
Perman SM et al, Circulation 2015; 132: 2146-2151
Cardio2015